Ogni anno a Parma non è Natale senza Tutti Matti sotto Zero: dal 7 dicembre 2024 torna in scena per la sua X° edizione il Festival internazionale che dal 2014 riscalda le feste natalizie in Città con la poesia e il divertimento del circo contemporaneo e della magie nouvelle, nei teatri e sotto gli chapiteaux. Il festival, realizzato da Grand Circus Hotel in collaborazione con Teatro Necessario Circo, centro nazionale di produzione di circo contemporaneo, con il prezioso contributo di Comune di Parma, Comune di Busseto, Ministero della Cultura e il sostegno di Fondazione Cariparma e Fondazione Nuovi Mecenati, si svolgerà fino al 6 gennaio 2025 abitando, come è ormai consuetudine, il Parco della Cittadella con i suoi splendidi tendoni da circo allestiti per l’occasione e il magnifico Teatro Verdi di Busseto.
Il programma mette in scena 6 compagnie, alcune molto affermate e di successo, altre emergenti e di talento, con altrettante creazioni che spaziano dall’acrobatica al clown contemporaneo, dal teatro d’oggetto alla giocoleria, per tutte le età e per tutti i gusti: un totale di 30 repliche, che illumineranno di umorismo, poesia e meraviglia alcuni weekend di dicembre e i giorni delle festività.
LA MAGIE NOUVELLE
La magie nouvelle è un movimento nato in Francia alla fine degli anni ’90 ed esploso lì nei primi anni 2000 come fenomeno artistico che rivitalizza il genere magia con formule inedite, liberando la disciplina dai suoi limiti formali. Circo, teatro, danza, marionette, musica, arti plastiche, letteratura: la magie nouvelle si nutre del sapiente intreccio di forme artistiche diverse. Con emozione, poesia e humor, gli spettacoli di magie nouvelle stravolgono la percezione dello spazio e del tempo. Ecco perché la magia e il circo sono arti sorelle: in entrambi i casi il tema è sfidare i limiti del reale. L'artista di circo mette alla prova i limiti fisici del proprio corpo, la magia viene subito dopo, cercando di spostare i limiti fisici di spazio e tempo. Come per il nouveau cirque, l’aggettivo nouvelle sottolinea una rottura, un distacco dalla tradizione, per smarcarsi dall’estetica da cabaret o varietà.
Robert Houdin, inventore della magia moderna nel XIX secolo, pensava che il mago fosse un attore che interpretava il ruolo del mago, capace di dominare l’artigianato dell'illusione. Nella magie nouvelle invece chi è in scena porta la magia al pubblico per suscitare innanzitutto un'emozione, senza interpretare la parte del mago. Gli artisti di magie nouvelle concepiscono la realtà come materiale su cui intervenire, da manipolare. La sfida è far esistere ciò che non esiste, trasformare il mondo, attuando grandi sogni: volare, levitare, sparire… Gli artisti di magie nouvelle insomma producono un’esplosione della logica, sostituendola con il fantastico e l’irrazionale.
IL CIRCO CONTEMPORANEO
In principio erano le carovane dei circhi tradizionali, famiglie allargate che portavano in giro per il mondo la propria arte. Poi arrivarono gli animali esotici, le attrazioni da terre lontane, gli acrobati delle grandi scuole dell’Est. Infine negli anni ’80 la svolta, che porta la tradizione dello spettacolo viaggiante in Europa, soprattutto in Francia (e parallelamente nel Canada francofono), verso nuove modalità di creazione: dal circo spariscono gli animali, le attrazioni esotiche e al centro della scena torna l’artista, con ogni suo talento. Questa nuova forma di spettacolo viene definita circo contemporaneo o nouveau cirque e raccoglie l’esperienza delle avanguardie nelle arti performative, allargando i propri confini artistici e spaziali, invadendo le strade e le piazze. La definizione contemporaneo attribuisce alla disciplina inoltre una visionarietà legata al proprio tempo, al qui ed ora della società in cui avviene la creazione. In scena si dissolve la nozione di numero: i singoli atti di bravura sono al servizio di una creazione unica e multidisciplinare. Regia e drammaturgia diventano elementi importanti nel definire la traccia dello spettacolo, e gli artisti oltre che acrobati sono anche attori, danzatori, mimi. L’apprendimento di tipo familiare ed ereditario delle discipline, che comunque non cessa del tutto, lascia il posto a una professionalizzazione più istituzionale e a una maggiore disinvoltura nell’assimilazione delle pratiche.
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